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mercoledì 6 marzo 2013

 
LA PREDA di Angela Camuso e’un libro scritto molto bene perché ha la souplesse, che vuol dire eleganza, ritmo e soprattutto pudore. E’ importante che un libro così’ vada in mezzo alla gente. Angela Camuso ha tenuto fede al racconto della vittima, senza entrare nella storia godendo della paura e del risentimento, senza sollecitare la morbosità”
DARIO FO, Premio Nobel per la Letteratura
Questo libro, crudo e atroce, potrebbe far bene alla Chiesa italiana”
GIOVANNA CHIRRI, giornalista Ansa autrice dello scoop mondiale sull’annuncio di dimissioni di Papa Benedetto XVI.
E’ un libro che potrebbe far bene alla Chiesa nel senso che la Chiesa non deve avere paura della verità. Solo la verità ci farà liberi, ce lo ha insegnato Gesù Cristo”.
MONSIGNOR CHARLES SCICLUNA, ex Promotore di giustizia presso la Congregazione per la Dottrina della Fede della Santa Sede   
Questo libro dimostra che la vita di un bambino è più importante della faccia del prete e anche dell’immagine della Chiesa” don GINO RIGOLDI, cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano
E’ un libro-shock che dimostra come la pedofilia sia legata all’abuso di potere. Angela Camuso conferma di possedere uno stile di scrittura unico, che alla cronaca giornalistica accosta una graffiante ed efficace forza narrativa”
GIACOMO GALEAZZI, La Stampa
"Il libro è il classico pugno nello stomaco. L’autrice scandaglia fatti atroci senza risparmiarci nulla, con l’onestà professionale da cronista che già conosciamo e un senso del dovere di riportare la verità con tutte le sue sfaccettature”,  NATALIA POGGI, Il Tempo

SULLE DIMISSIONI DEL PAPA Intervista di Angela Camuso a Monsignognor Scicluna, ex pm Antipedofilia del VATICANO, pubblicata il 1 marzo 2013 sul Secolo IXI : "IL PAPA ANDANDO VIA MANDA VIA TUTTE LE PERSONE DI CUI NON SI FIDAVA PIENAMENTE"

SCOOP di Angela CAMUSO Sul CORRIEREdella Sera.IT: BANDA DELLA MAGLIANA, SPARITO IL BOSS SENESE, LIBERO PER SCADENZA TERMINI

martedì 5 marzo 2013

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“LA PREDA di Angela Camuso e’un libro scritto molto bene perché ha la souplesse, che vuol dire eleganza, ritmo e soprattutto pudore. E’ importante che un libro così’ vada in mezzo alla gente. Angela Camuso ha tenuto fede al racconto della vittima, senza entrare nella storia godendo della paura e del risentimento, senza sollecitare la morbosità” DARIO FO, Premio Nobel per la Letteratura- MILANO 21 Gennaio 2013 “Questo libro, crudo e atroce, potrebbe far bene alla Chiesa italiana” GIOVANNA CHIRRI, giornalista Ansa autrice dello scoop mondiale sull’annuncio di dimissioni del Papa. “E’ un libro che potrebbe far bene alla Chiesa nel senso che la Chiesa non deve avere paura della verità. Solo la verità ci farà liberi, ce lo ha insegnato Gesù Cristo”. MONSIGNOR CHARLES SCICLUNA, ex Promotore di giustizia presso la Congregazione per la Dottrina della Fede della Santa Sede “Questo libro dimostra che la vita di un bambino è più importante della faccia del prete e anche dell’immagine della Chiesa” don GINO RIGOLDI, cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano “E’ un libro-shock che dimostra come la pedofilia sia legata all’abuso di potere. Angela Camuso conferma di possedere uno stile di scrittura unico, che alla cronaca giornalistica accosta una graffiante ed efficace forza narrativa” GIACOMO GALEAZZI, La Stampa Il libro è il classico pugno nello stomaco. L’autrice scandaglia fatti atroci senza risparmiarci nulla, con l’onestà professionale da cronista che già conosciamo e un senso del dovere di riportare la verità con tutte le sue sfaccettature”, NATALIA POGGI, Il Tempo
PEDOFILIA NEL CLERO: IL PREMIO NOBEL DELLA LETTERATURA DARIO FO interviene sul tema nel corso della puntata di MELOG andata in onda in diretta su RADIO 24 venerdi 1 MARZO. L'intervista è di Angela CAMUSO, autrice del libro "LA PREDA" di cui DARIO FO è stato prefattore.
Per ascoltare l'intervento di DARIO FO clicca su:
http://www.radio24.ilsole24ore.com/notizie/melog/2013-03-01/dario-contro-pedofilia-interno-173355.php

martedì 11 dicembre 2012

CONFERENZA DI PRESENTAZIONE ALLA SALA STAMPA ESTERA DE "LA PREDA", con Gianluigi Nuzzi, don Gino Rigoldi, Giacomo Galeazzi e l'autrice Angela Camuso 3 Dicembre 2012

TM News
Città del Vaticano, 3 dic. (TMNews) - Cronaca giudiziaria e dettagli raccapriccianti si mescolano nel libro 'La preda' (Castelvecchi) scritto dalla giornalista Angela Camuso a partire dai racconti di una vittima di un prete pedofilo e presentato oggi alla sala stampa estera di Roma. Sono intervenuti i giornalisti Gianluigi Nuzzi e Giacomo Galeazzi e don Gino Rigoldi.
Alla conferenza stampa di presentazione, il vaticanista della 'Stampa' Giacomo Galeazzi ha sottolineato come la vicenda di don Conti riciami la denuncia formulata da mons. Charles J. Scicluna, ex 'pm' della congregazione per la Dottrina della fede, secondo il quale un abuso sessuale è spesso un abuso di potere. "Non era solo un parroco di periferia, l'economo della Curia, il responsabile del comitato per le politiche famigliari di Gianni Alemanno nella campagna elettorale per diventare sindaco, ma un personaggio-cerniera di una partita di potere avvenuta nella capitale", ha detto Galeazzi, sottolineando come in passato sia stato difficile per un giornalista scrivere di certi argomenti.
Gianluigi Nuzzi, autore del bestseller 'Sua Santità', ha elogiato la stoffa da cronista di Angela Camuso, criticandola però per la precisazione circa il fatto che il suo non sia un "libro contro la Chiesa". "E' un bagno di umiltà che noi cronisti italiani siamo abituati a fare, e anche io in passato ho fatto, ma che dobbiamo smettere di fare", ha detto Nuzzi, sottolineando l'importanza di un lavoro giornalistico documentato e aggiungendo che avrebbe dedicato il libro non già "al Papa", ma "al viceparroco che ha denunciato don Ruggero Conti ed è stato perciò allontanato".
Don Rigoldi, cappellano del carcere minorile a Milano, ha affermato che un prete pedofilo "va denunciato non solo al Vaticano, ma alla Procura della Repubblica e ai carabinieri" ed ha detto che gli abusi sessuali sono un fatto "gravissimo" che riguarda però solo una minoranza di sacerdoti. Il prete non ha mancato di fare riferimento al cappellano di San Vittore recentemente arrestato con l'accusa di violenza sessuale, don Alberto Barin, sottolineandone il lato "buio, vergognoso, mostruoso" parallelo alle "molte cose buone che ha anche fatto", ed ha detto che chi ha sbagliato deve scontare la pena, ma il carcere - nonché la fede cristiana - cerca poi anche di redimere chi è in carcere e fargli "cambiare strada".
PRETI PEDOFILI: IN UN LIBRO LE CONFESSIONI DI UNA VITTIMA «Ho sognato la mia vita senza questo schifo, perché ormai è l'unico mio desiderio, il desiderio mio più grande: riuscire ad andare avanti come se tutto non fosse mai successo». È la testimonianza di uno dei ragazzi che accusa di violenza don Ruggero Conti, il parroco di Selva Candida, alla periferia della Capitale, condannato dal tribunale penale di Roma. «Che fa suo figlio, signora?, può venire a pranzo da me oggi?», chiedeva il sacerdote alla mamma ignara dell'inferno nel quale l'adolescente stava sprofondando. «Era molto cattolica. Non volevo deluderla», spiega il giovane alla cronista Angela Camuso, che per l'editore Castelvecchi ne ha raccolto i tormenti nel libro «La preda, le confessioni di una vittima», che i giornalisti Giacomo Galeazzi e Gianluigi Nuzzi presentano oggi.
 «Questo non è un libro contro la Chiesa Cattolica. È piuttosto un libro dedicato soprattutto ai cattolici di tutta Italia e di tutto il mondo, alle famiglie, ai ragazzi, ai pretie alle suore, ai vescovi e ai cardinali. Se mi è permesso, al Sommo Pontefice», confida nella premessa Angela Camusso, che con il suo scritto vuole «rendere giustizia a quei preti, la stragrande maggioranza, che i bambini li amano come figli e basta».
Il libro - peraltro - ricorda la circostanza sconcertante che «le indagini su don Ruggero Conti sono iniziate grazie alla denuncia di un sacerdote (il vicario parrocchiale, ndr.), il quale, incredibilmente, per aver osato tanto, verrà, piuttosto che premiato, punito dai suoi superiori con un decreto di allontanamento dalla parrocchia teatro dello scandalo». A convincere «in alto» della propria innocenza era stato lo stesso don Conti, «capace di mentire per anni spudoratamente, anche di fronte all'evidenza e di accusare le sue vittime attraverso riuscite manipolazioni della realtà». Una capacità mistificatoria che ha favorito la creazione di un vero e proprio movimento di opinione a favore di don Conti.
Secondo la Camuso, del resto, proprio grazie a questa sua particolare abilità nel convincere gli altri, per ottenere la propria soddisfazione sessuale, «don Ruggero non ha mai usato la forza fisica», e nonostante tutto, «pur sapendo che tornando sarebbero state violentate di nuovo, quasi tutte le sue prede sono tornate da lui».
Le storie dei preti pedofili (e le tragedie delle loro vittime) hanno quasi sempre un punto in comune: «L'omertà a copertura del comportamento del corruttore». Lo scrive Dario Fo nella prefazione del volume «La preda, le confessioni di una vittima» scritto da Angela Camuso che per l'editore Castelvecchi ha raccolto la testimonianza di uno dei ragazzi che ha denunciato a Roma don Ruggero Conti, poi condannato dal tribunale. «Da noi - scrive il premio nobel per letteratura - il clero, ce lo testimonia questo libro, ha ancora l'ardire e i mezzi per abbattere e rendere vana la gran parte delle denunce e inchieste su atti di pedofilia».
Secondo Dario Fo, che paragona i crimini consumati nella parrocchia di Selva Candida, nella periferia romana, a quanto accaduto in una favela brasiliana, dove l'estrema povertà delle vittime favoriva l'abuso, «l'unico problema che realmente interessa a una certa Chiesa è salvare la rispettabilità delle curie, come a dire salvare la `faccia´ e non il povero disgraziato dall'angoscia che lo accompagnerà per tutta la vita». (AGI)



PEDOFILIA: STORIA CRUDA E ATROCE VITTIME DON RUGGERO CONTI

(ANSA) - ROMA, 2 DIC - «Ogni tanto pensavo che mi stavo confessando con un pedofilo, ma pur di lavarmi la coscienza lo facevo lo stesso». «Ascoltando la predica di un prete mi veniva il vomito: se Dio sceglieva le persone con la vocazione e se la vocazione era questo, cos'era Dio?». Per le vittime di don Ruggero Conti, parroco della periferia romana condannato in primo grado a 15 anni e 4 mesi per aver abusato di almeno sette minorenni, oltre alla lacerazione psicologica e alle ricadute sulla sessualità, al sentirsi sporchi e colpevoli, al pensare che gli altri stiano sempre «per fregarti», c'è anche la perdita di fede, se non in Dio, almeno nella Chiesa.
«Questo non è un libro contro la Chiesa», scrive forse senza rendersi conto di quanto abbia ragione Angela Camuso, nel suo «La preda», edito da «La terra vista dalla terra», 283 pagine, 17,50 euro, prefato da Dario Fo e che verrà presentato domani nella sede della stampa estera a Roma.
Alternando resoconti da atti giudiziari alla narrazione in prima delle vittime, Camuso racconta una vicenda grave, sia perché ha diviso una comunità tra innocentisti e colpevolisti, coinvolgendo un sacerdote carismatico ritenuto capace di portare tanti giovani a Dio e considerato anche «con appoggi potenti in curia», sia in quanto consulente del sindaco di Roma Gianni Alemanno per problematiche e disagi, amico di don Giovanni D'Ercole ai tempi in cui questi prestava servizio in segreteria di Stato. E sia perché, dando voce alle vittime e a quanti credettero a queste, in particolare i catechisti di Selva Candida, formatisi alla scuola salCamuso e come emerge dalle indagini, basate su intercettazioni telefoniche, analisi dei computer, raccolta di testimonianze. La difesa dei piccoli e la giustizia alle vittime - hanno chiesto Benedetto XVI e prima di lui Giovanni Paolo II - devono essere al primo posto, e non è degno di essere prete chi fa male ai bambini. Stanare i colpevoli, impedirgli di nuocere, compiere la giustizia e difendere i piccoli sono le priorità. Questo libro dunque, crudo e atroce, potrebbe far bene alla Chiesa italiana.(giovanna.chirri@ansa.it).
CHR 02-DIC-12 14:25 NNNN
esiana, racconta i meccanismi di rimozione, insabbiamenti per timore di ledere il buon nome della istituzione che frenarono anche chi avrebbe dovuto vigilare e proteggere i piccoli. In primis il vescovo di don Ruggero, mons. Gino Reali, e il suo predecessore a Santa Rufina, mons. Diego Bona, informato in confessione dalla zia di una delle vittime. O l'anziano prelato che tanti anni fa, quando Ruggero non era ancora prete ma abusò di un ragazzo a Legnano, ignoro' la denuncia, o una serie di preti collaboratori dei vescovi sempre pronti a non credere alle vittime, magari cestinando le loro denunce dopo aver detto che le avrebbero consegnate al vescovo.
L'abuso, soprattutto se da parte di un sacerdote, che consideri un padre, è una violenza indelebile, in particolare in ragazzi già fragili o soli, e scelti per questo come prede ideali.
La vita ne rimane sconvolta, spesso irrimediabilmente compromessa, come raccontano le vittime a Angela

IL FATTO QUOTIDIANO PUBBLICA RECENSIONE DARIO FO De "LA PREDA"