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SOS PER UNA VILLA DA SALVARE




I lavori preliminari per la realizzazione di un vasto comprensorio edilizio tra le vie Ardeatina e Laurentina, porzione della Campagna romana di grande valore storico e paesaggistico, hanno portato alla luce i resti di una villa romana e di una necropoli, tuttora in corso di studio da parte della Soprintendenza Archeologica di Roma. La presenza di questi importanti reperti in un’area destinata a essere intensivamente edificata offre la possibilità di una riflessione sia riguardo la tutela e la valorizzazione del patrimonio archeologico ancora ignoto, sia riguardo l’impatto ambientale e umano che l’espansione edilizia ha sulle città. Lo storico legame, culturale ed economico, tra Roma antica e il suo territorio extraurbano è evidenziato dai ritrovamenti che negli ultimi anni si sono susseguiti proprio durante i numerosi lavori per la costruzione di nuovi comprensori abitativi e commerciali. La valorizzazione ben studiata di aree archeologiche in questi contesti lega la città storica alle nuove periferie, creando una continuità culturale e un legame più intenso con il territorio, spogliando le aree cittadine periferiche dalla sensazione che queste siano solo anonimi dormitori e offrendo alla cittadinanza zone di socializzazione che possano essere alternative agli inevitabili centri commerciali.

Maria Rosa Patti archeologa




 

 

 

 
Via di Grottaperfetta, Roma

«È un luogo molto bello, grande e ben conservato - racconta Alessandro Lisci, il fotografo contattato dal locale comitato di cittadini per riprendere le immagini del sito -. Varrebbe la pena di renderlo visitabile per tutti». Pare però che la Soprintendenza archeologica di Roma non abbia i fondi per salvare la villa e gli altri resti: il destino dell' eventuale piccolo parco archeologico sarebbe segnato. Tutto sarebbe ricoperto e di fatto perduto fra i palazzoni che stanno per nascere intorno. Ma i cittadini della zona non si rassegnano. Hanno dato vita a un coordinamento e chiedono di fare dell' area appena scoperta un sito archeologico. E sono decisi a non abbandonare la battaglia appena iniziata. 







L'hanno chiamato I-60, è il progetto di edificazione previsto in via di  Grotta Perfetta all'Ardeatino, in un ’area di circa 22 ettari, confinante con il parco regionale dell’Appia Antica adiacente al centro commerciale I Granai. Il progetto urbanistico (foto pianta a destra) prevede la realizzazione di una superficie complessiva di circa 125.000 mq, di cui 87.500 residenziali e 37.500 commerciali, per complessivi 400mila metri cubi. In sintesi: più di venti edifici tra i sei e gli otto piani tra cui due alberghi e un centro commerciale, con una previsione tra i 5000 e gli 8000 abitanti, soltanto 3500 posti auto assicurati e nessuna previsione di miglioramento della mobilità pubblica e di quella su ferro.
Fondato su una datata previsione del Prg del 1962, che prevedeva 180mila metri cubi nella vicina zona Tor Marancia, il piano, bocciato in quell'area dalla mobilitazione dei cittadini, si avvale della c.d. normativa sulle compensazioni - prevista da una delibera del Campidoglio del 2003 derivante dagli accordi di programma - che la giunta Veltroni concordò con i costruttori e in base alla quale gli stessi vanterebbero diritti compensativi in area diversa da quella prevista inizialmente, con cubature inspiegabilmente raddoppiate rispetto alla previsione iniziale. 
Secondo i residenti, riuniti nel Coordinamento "Stop I-60" per contrastare la colata di cemento, le conseguenze per la zona sarebbero devastanti. Soltanto pochi anni fa, prima che fosse edificata la porzione di terreno attigua dall'impresa di Caltagirone, vennero alla luce importanti resti archeologici: una necropoli con sepoltura a incinerazione in olle e anfore ad inumazione del tipo "a cappuccina" e a camera con banchina laterale, databile a partire dal IV secolo a.C. fino all'età di Traiano. E' apparsa inoltre una strada in basolato con segni del passaggio di carri, dotata di un diverticolo che si dirige verso la vicina via dei Granai di Nerva. Non di minor valore sembrano le preesistenze emerse dai recenti sondaggi per la paventata edificazione del nuovo quartiere I-60 (foto di un particolare a sinistra) di vasta estensione su cui la soprintendenza ai beni archeologici non si pronuncia ancora


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